Io se fossi Russo (nel senso dell'assessore regionale siciliano alla Sanità, l'ex magistrato Massimo Russo) un po' mi offenderei. Ma come, lui non fa che parlare di sanità risanata, di riforma epocale della Sanità, e quelli si vanno a fare l'assicurazione privata? Non è che per caso non si fidano e preferiscono le case di cura a pagamento o i viaggi all'estero?
"Quelli" sarebbero i parlamentari regionali, che da qualche settimana hanno deciso di sottoscrivere un'assicurazione sanitaria volontaria (volontaria da parte loro, ma non credo da parte dei cittadini che gli pagano lo stipendio) grazie alla quale potranno chiedere un rimborso spese annuo per prestazioni mediche fino a 250.000 euro che potranno diventare il doppio per grandi interventi chirurgici. E già qui qualcosa da dire ci sarebbe. Perché non basta che un terzo dei novanta cosiddetti onorevoli sia molto poco onorevole in quanto indagato o condannato anche per reati gravissimi come l'associazione mafiosa, ma evidentemente devono essere male in arnese se pensano di poter aver bisogno solo in un anno di cure mediche per 250.000 euro. Oppure sono tutti delle "minetti" e i 500.000 euro gli servono per farsi cambiare i connotati e rifarsi nuovi per compiacere il padrone di turno. Per quanto, a fare un po' di conti, sembra che la valutazione sia un po' troppo per eccesso e basta guardare un tariffario di chirurgia estetica per rendersi conto che, se anche dovessero rifarsi dalla testa ai piedi, quei soldi sono sempre troppi.
E allora vediamo: rinoplastica, 6.000 euro; mentoplastica, 3.500 euro; blefaroplastica, 4.500 euro; aumento degli zigomi, 3.000 euro; lifting del collo, 6.000 euro; lifting del viso, 12.000 euro; mastoplastica additiva, 9.000 euro; addominoplastica, 12.000 euro; liposuzione, 9.000 euro; lifting delle cosce, 8.000 euro; lifting delle braccia, 6.000 euro; aumento dei glutei con protesi, 7.000 euro. In tutto fa 86.000 euro. Quanto ci vuole per farsi cambiare il cervello non c'è scritto. Si vede che è una causa persa.
Almeno per gli onorevoli deputati del parlamento siciliano che, anziché impegnarsi nel cercare soluzioni per arginare la fame e la mancanza di lavoro che hanno ridotto i siciliani allo stremo, hanno pensato (!) bene di assicurarsi anche per le eventuali conseguenze di questo mancato impegno nella ricerca di soluzioni. E cioè che i siciliani si incazzino una volta per tutte e scendano in piazza con i forconi. L'assicurazione prevede infatti che vengano risarciti infortuni derivanti da "tumulti, atti violenti, terrorismo, aggressione e vandalismo". Come dire, se qualcuno più incazzato degli altri ci va e gli fa un culo così, loro prendono i soldi dell'assicurazione e vanno dal proctologo. O, al limite, a Casablanca.
Ma la copertura assicurativa non si ferma qui ed è, direi, ad ampio spettro. La polizza infatti prevede il risarcimento anche per "lesioni determinate da sforzi, comprese le ernie" (prendi Vitrano, per esempio: se la mazzetta da diecimila euro gliel'hanno pagata non con banconote ma con monete da un euro, ciascuna delle quali del peso di sette grammi e mezzo, se non ho sbagliato il conto si è dovuto portare a spasso 75 chili di roba), e per infezioni dovute a morsi. Non chiarisce se di animali o di qualche lavoratore licenziato. E non è finita. L'elenco comprende spese per cure conseguenti a "inondazioni, eruzioni vulcaniche e movimenti tellurici". Lo vadano a raccontare agli abitanti di Giampilieri, che a due anni dall'alluvione sono ancora fra le macerie, o ai terremotati del Belice, che aspettano la ricostruzione da 43 anni.
Last, but not least, la copertura prevede anche "colpi di sole o di calore" e infortuni in conseguenza di "annegamento, soffocamento, avvelenamento". E, senza voler scomodare Gaspare Pisciotta, torna alla mente una notizia di un paio di anni fa secondo la quale il "governatore" Raffaele Lombardo avrebbe usato la sua segreteria come "assaggiatrice" di cibo nel timore di essere avvelenato. Si vede che nemmeno lui si fidava dell'assessore Russo e della possibilità che avesse a disposizione qualche siero da somministrargli.
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