mercoledì 17 agosto 2011

Ambiente: alla Sicilia l'Oscar dell'autolesionismo

L'hanno chiamata l' "Italia delle libertà" e il titolo riecheggia un po' troppo la "Casa delle libertà" di Silvio Berlusconi o quella di Corrado Guzzanti - galleria di cementificatori, palazzinari e fuorilegge di ogni risma - perché non sia voluto o freudianamente sfuggito.
L'Italia delle libertà è quella, per citare Guzzanti, dove ognuno fa un po' come cazzo gli pare: ha bisogno di più luce in una casa e si mette a picconare una parete per fare una finestra oppure ha voglia di una casa al mare e allora recinta un pezzo di demanio e in una notte sorge dal nulla la villa bifamiliare totalmente abusiva che nessun sindaco si sognerà mai di far buttare giù.
E l'Italia delle libertà è infatti quella monitorata da Goletta verde di Legambiente che - a dispetto di quanto sostengono improbabili aspiranti assessori regionali al turismo (appena due giorni fa, e scusate se torno sull'argomento, la stilista Marella Ferrera affermava che noi potremmo vivere di turismo e di agricoltura, perché noi abbiamo il sole: il cervello, invece, è un optional) -, come ogni anno, anche quest'anno ha rilevato proprio nelle regioni del sud un tale odio per la propria terra misto a un tasso elevatissimo di criminalità politica, di disprezzo delle regole e di arroganza all'origine della miscela esplosiva causa della distruzione del nostro territorio.
E la Sicilia naturalmente primeggia. Un Oscar all'autolesionismo ci dovrebbero dare!
Prima libertà - per la quale occupiamo il terzo posto in classifica dopo Calabria e Campania: e sono, guarda caso, le tre regioni il cui sviluppo è soffocato sotto la sabbia dalla presenza della criminalità organizzata che si è fatta impresa e politica - è quella di inquinare il mare, grazie agli scarichi "diretti", in barba alla legge Merli che già 35 anni fa imponeva la realizzazione dei depuratori. Gli asettici dati del rapporto dicono che in Sicilia ci sono ben 16 "punti critici", 15 dei quali "fortemente inquinati". Cioè, detta in soldoni, che nel mare è stata riscontrata presenza di "Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml". Il che vuol dire, ancora più in soldoni, che nuotiamo nella merda e che ogni volta che ci immergiamo nelle chiare, fresche e dolci acque isolane rischiamo di prenderci, a scelta, da una semplice diarrea fino a meningite, peritonite e polmonite e una serie di sciocchezze simili. Grazie ai sindaci di quei "punti fortemente critici" che degli impianti di depurazione se ne fottono (che sia che le tangenti in questo settore non sono molto redditizie?), tanto loro poi le vacanze le fanno alle Seychelles, paradisi fiscali oltre che naturalistici.
Seconda libertà, per la quale oltre che l'Oscar ci daranno pure il Nobel, visto che siamo al primo posto (seguiti, ovviamente, chissà perché, da Calabria e Campania), è quella di cementificare le coste. La collina di Pizzo Sella resta il monumento agli uomini del disonore, ma l'elenco di ecomostri costruiti in riva al mare o persino all'interno di zone archeologiche è infinito. Ricordate l'ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano? Si era fatto costruire una villa miliardaria nell'area di inedificabilità assoluta della Valle dei Templi e, per di più, da gran truffatore, l'aveva intestata alla suocera ultraottantenne, quasi certamente ignara. E il governatore Cuffaro e tutta la sua giunta che nel 2004 approvarono una deroga al piano paesistico delle Eolie (patrimonio dell'umanità) per consentire ai palazzinari di costruire ben sei alberghi? E la ministra siracusana Barbie Prestigiacomo, sponsor della costruzione di un megavillaggio turistico alla Pillirina, nella zona naturalistica del Plemmirio? E lo stratosferico piano casa approvato un anno fa dall'Ars in linea con quello del governo Berlusconi e con il beneplacito e la soddisfazione del presidente della Regione, Raffaele Lombardo? Più volumetrie per tutti, case e palazzi che si gonfiano fino al 25%, in città come al mare, grazie ai legittimi eredi di Vito Ciancimino, nel solco della tradizione del sacco di Palermo e di Catania (c'è bisogno di ricordare la colata di cemento riversata dai palazzinari locali in piazza Europa, grazie alle ultime amministrazioni di centrodestra?).
Infine, la terza licenza di uccidere: cercare petrolio in fondo al mare, che vuol dire ammazzare flora e fauna, togliere lavoro ai pescatori, rischio di esplosioni e chissà che altro. Degli oltre 100 permessi di trivellazione rilasciati dal governo nazionale, un quarto riguarda la Sicilia e 12 in particolare il Canale di Sicilia.
Un bell'affare, non c'è che dire. E in questo mare nero come il petrolio, pieno di lestofanti che ballano, si divertono e gozzovigliano sulle macerie della nostra terra, la Sicilia affonda come il Titanic.

1 commento:

  1. La terra è di chi ci abita non di chi la gestisce.
    Questo vuol dire che certi disastri dobbiamo ricordaceli noi tutti quando scegliamo gli amministratori e soprattutto vale il principio della lungimiranza.
    Ovvero bisogna accettare scelte che magari penalizzano il presente, ma allargano il futuro.

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