mercoledì 19 gennaio 2011

Sanità in Sicilia: appalti senza gara, raccomandazioni e...scecchi. Ma siate pazienti.

Sul sito dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, lo scorso 8 novembre, c’era una nota del direttore generale, Giuseppe Calaciura - segretario dell’Mpa di Biancavilla e artefice dell’appalto per l’informatizzazione dell’ospedale di Giarre che sarebbe stato assegnato senza gara ad una società del marito della capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, grande sostenitrice del governo Lombardo -, che affermava trionfalmente: “oggi, con la messa in rete dei database, la sanità etnea fa un grande passo in avanti” e spiegava che proprio da quel giorno, componendo un numero telefonico unico, sarebbe stato possibile prenotare “alcune prestazioni ‘critiche’”, erogate dall’Asp Catania e dalle Aziende Ospedaliere Garibaldi, Vittorio Emanuele-Policlinico e Cannizzaro. Nella stessa nota quelle prestazioni venivano specificate: Tac, Risonanza magnetica, Mammografia, Ecografia, Ecocolordopplergrafia, Elettromiografia. Questo, secondo Calaciura, avrebbe ridotto “sensibilmente” le liste d’attesa.
Ebbene, a fine dicembre il mio medico mi ha prescritto una risonanza magnetica e io proprio a quel numero ho telefonato sentendomi rispondere che a Catania quel tipo di accertamento non si prenota. Confesso che, dopo quei proclami, la cosa mi ha spiazzata e sono rimasta interdetta, incapace di reagire. Ho ringraziato e riattaccato, dicendo a me stessa che forse non si prenotava per un problema ai terminali. Può capitare. Così, qualche giorno dopo ho richiamato, ho spiegato alla centralinista che avevo già telefonato qualche giorno prima e che non avevo capito se non si prenotasse quel giorno per qualche motivo particolare o che altro. Mi ha risposto che no, proprio non si prenotava, perché “mi pare che non ci sono i macchinari”.
Non so come dire, ma ho avuto come la vaga, impercettibile sensazione che quella nota del direttore generale fosse una presa per il culo. Comunque sia, a quel punto ho preso dalle pagine gialle i numeri dei radiologi convenzionati e ho cominciato una serie infinita di telefonate. Risultato: mi rispondevano, alcuni ridendo (ma che cazzo avete da ridere?), che mi avrebbero potuto prenotare per luglio. “A pagamento”, invece, “lo possiamo fare anche la settimana prossima”. E te pareva. Come se poi comunque loro non lo facessero comunque a pagamento, dal momento che i soldi glieli dà il Servizio sanitario nazionale. Comunque, siccome sono di coccio, ho voluto verificare la situazione nelle altre province, almeno quelle della Sicilia orientale e quindi per me più facilmente raggiungibili. Dunque: a Siracusa non la fanno, ma l’operatrice telefonica ti dà i nomi di due strutture private; a Ragusa ti spiegano che per ora non hanno disponibilità e anzi loro molte persone le mandano a Catania; a Enna non si fa, ma ti possono dare i numeri di telefono di privati in convenzione che lo fanno, da Catenanuova (che è in provincia) a Cefalù e Bagheria (che decisamente non lo sono). Al numero unico delle prenotazioni della Asp di Messina, però, si accende una luce: la centralinista dice che, sì, c’è un posto dove si fa ed è l’ospedale di Milazzo. Però se ne parla a gennaio del 2012! La vaga sensazione di essere presa per il culo ormai è una certezza. Ma, dico, stiamo scherzando? Io forse il mio dolore di vecchiaia alla spalla posso pure tenermelo, anche se da mesi non ci dormo la notte e questo decisamente incide sulla mia qualità della vita (che già fa cagare a prescindere), ma se qualcuno avesse davvero una cosa grave, poi, a Milazzo, nel 2012, ci portano le sue ceneri?
E poi la coppia di imbonitori Russo-Lombardo continua a venderci per riforma una patacca fatta solo di tagli sulla pelle dei siciliani.
Gli ospedali chiudono - con grave disagio per i malati costretti a viaggi della disperazione da un capo all’altro della Sicilia - e in quelli ancora aperti si muore a un ritmo impressionante oppure capita che siano governati da un criminale nazista che, come nei campi di sterminio, usa i pazienti come cavie, asportando loro organi sani solo per compiere il proprio esperimento di arricchimento personale. E poi l’assessore/magistrato ha pure il coraggio – mettendo in moto un calembour che non fa ridere affatto – di chiedere ai pazienti di avere pazienza. Ma certo! Come no? Un paio di mesi fa la Commissione parlamentare sugli errori sanitari, di cui è presidente Leoluca Orlando, ha diffuso i dati di un’inchiesta condotta fra aprile 2009 e settembre 2010 (quindi Lombardo e Russo non possono dire che non c’erano) negli ospedali di tutta Italia dalla quale è emerso come, dei 163 morti per malasanità complessivi, 38 fossero siciliani (vuol dire una media di due morti e mezzo al mese). Spesso colpa dei medici (e sarebbe interessante sapere per chi votano e dunque in base a quali criteri sono stati assunti), ma in generale – secondo Orlando – “Le responsabilità vanno addebitate anche alle strutture, ai manager e a chi li nomina, ossia i politici”.
Sistema ben radicato e oleato in Sicilia, a cui certamente poi non è estranea la pratica della “raccomandazione” persino per farsi fare una visita magari non indispensabile a discapito dei tempi di chi invece ha bisogno di farsi vedere urgentemente. Anzi, l’esperienza diretta – e sotto gli occhi di tutti – fa notare come, prima ancora di informarsi sulle strutture, chi decide di sottoporsi a una visita o un accertamento cerchi innanzitutto di individuare l’amico a cui rivolgersi, foss’anche l’ultimo dei portantini. Pratica delle raccomandazioni presa in esame anche dai parlamentari, con riferimento alle carriere dei medici e individuata come una delle cause di malasanità insieme alle carenze strutturali e alla mancanza di posti letto. E un sospetto che non fossero veri medici, ma beoni scazzottanti da osteria, dev’essere venuto pure ai componenti della Commissione quando si sono trovati ad affrontare ben due casi di risse in sala parto a Messina, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra - una al Policlinico e l’altra al Papardo -, di cui hanno fatto le spese due neonati.
E però in questa Sicilia dei Cuffaro prima e dei Lombardo poi, della quantità impressionante di strutture convenzionate che supera quella complessiva di tutta Italia, delle cliniche all’avanguardia proprietà dei boss mafiosi, degli ospedali dove entri sano ed esci malato - o, se sei un nascituro, la tua vita non ha più un futuro, ma già soltanto un passato -, in base alla sperimentazione voluta dal cosiddetto ministro per l’Innovazione, Renato Brunetta, per valutare la bravura del personale sanitario e condotta in 22 aziende isolane, l’86% dei dipendenti sarebbe molto qualificato e meriterebbe una gratifica.
E, a quanto pare, non sarebbe rilevante il fatto che a fare il controllo di qualità sui medici degli ospedali siciliani siano gli stessi diretti interessati che se la cantano e se la suonano. Solo per fare due esempi, fra questi giudici imparziali ci sarebbe una struttura che organizza corsi di formazione riconosciuti dal ministero della Salute e addirittura l’associazione a cui fanno capo direttori di ospedali e aziende sanitarie. Come si dice dalle mie parti, “u sceccu porta a pagghia e u sceccu s’a mangia”. Con tutto il rispetto per gli asini. Nel senso dei quadrupedi.

1 commento:

  1. carissima utente, non avrei saputo spiegarmi meglio! Ottimo lavoro e sai una cosa? Io sono tra le tante persone che come hai descritto nel tuo commento, prendo mia madre 77enne affetta da sponiloatrosi,coxartrosi,cervicale e operata per ca mammella, ecc. ecc... tra una visita e l'altra in carozzella. Gli esami diagnostici sono in centri diversi, ospedali diversi, medici assenti e qualcuno che sorprendentemente ci aiuta nella valutazione e terapia dei nostri cari. A volte, basta così poco (un sorriso, una buona parola, una visita accurata senza fretta), per dare quel senso DELLA VITA, in questa SICILIA dimenticata!

    Patrizia V.

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