domenica 9 gennaio 2011

Il Pad, ovvero delle nuove tecnologie della politica siciliana

Il Pad, che non ha niente a che fare con la famosa tavoletta di Steve Jobs ma sempre più con quella del cesso, è la nuova rivoluzionaria invenzione di Giuseppe Lupo e compari, quelli che se ne fottono dei lavoratori, hanno dimenticato la lotta alla mafia e sostengono un governo fondato sulle clientele (dalle quali traggono anche loro qualche beneficio: una formazione professionale qua, un appalto coniugale là...).
Sta per Partito AntiDemocratico, partito di centrocentro-destradestra, che già a livello nazionale ha abbondantemente dato prova di sé manifestando odio per la magistratura che indaga su qualcuno dei suoi esponenti, disprezzo per i giornali che svelano i suoi inciuci, sudditanza nei confronti del governo di destra e dei padroni, oltraggio alle regole (per dirne una: hanno “inventato” le primarie, ma ora che non convengono più le vogliono cancellare), ma in Sicilia sta dando il meglio – si fa per dire - calpestando il volere dei propri elettori ed iscritti che di questo sostegno al governo Lombardo non ne vogliono proprio sapere. L’ultima l’ha fatta ieri con il commissariamento della sezione di Caltagirone: il segretario Gaetano Cardiel aveva indetto per oggi il referendum fra i tesserati, per chiedere loro di pronunciarsi appunto su quest’abbraccio mortale per il partito stesso e per i siciliani, e lui lo ha defenestrato inviando in qualità di commissario Luca Spataro, segretario provinciale del Pd catanese, cioè uno favorevole all’inciucio in salsa sicula.
A Lupo, per rendersi conto della cazzata che ha fatto, basterebbe (ma non lo farà, da talebano dell’Opus dei qual è) leggere alcuni dei commenti lasciati sulla pagina Facebook di Cardiel: c’è Alfredo, incredulo, che ritiene il commissariamento “ridicolo”; Dario che parla di “gesto vigliacco” e invita tutti ad autosospendersi; Sebastiano che paragona il partito a un regime dove non c’è più “libertà di parola e di pensiero”; Antonio che si chiede “cos'ha di democratico il Pd”; lo stesso Alfredo di prima che ci ripensa e ci torna su e kennedianamente (esagerato!) proclama: “Siamo tutti caltagironesi e votiamo il referendum”. Gli aggettivi si sprecano: allucinante, paradossale, masochista, eccetera.
Poi ci sono le agenzie, con i commenti pro e contro dei diversi esponenti politici e quello che più colpisce per l’acrimonia è quello di Beppe Lumia. Sì, proprio lui, l’eroe dell’antimafia, che dà ragione a Lupo, parla di referendum farsa (esattamente come hanno fatto gli uomini di Lombardo) e con grande sprezzo del ridicolo afferma: “'La posizione assunta dal Pd in Sicilia ha rotto gli equilibri del vecchio sistema di potere marcio, clientelare, burocratico, affaristico e spesso colluso con la mafia”. Ah, sì? E com’è, di grazia, il sistema di potere di Lombardo se non “marcio, clientelare, burocratico, affaristico e spesso colluso con la mafia”? Se lo ricorda Lumia che Lombardo è indagato per rapporti con i boss? Si è accorto il grande moralizzatore che la riforma della Sanità siciliana ha messo ai posti di comando tutti gli uomini del presidente? E che ne pensa quest’anima candida dell’appalto coniugale senza gara per l’informatizzazione dell’ospedale di Giarre?
E poi un’ultima domanda, a Lumia e a Lupo: come mai tanta solerzia verso il partito di Caltagirone che ha promosso il referendum contro Lombardo e non altrettanta verso quello di Enna che ha fatto lo stesso? Hanno paura di perdere i voti della mafia? Poi, certo – escluso che lo abbia fatto per un irreprimibile bisogno di moralità -, c’è da chiedersi cosa abbia spinto il cosiddetto onorevole Vladimiro Crisafulli, frequentatore (al pari di Lombardo e, al pari di Lombardo, solo per ragioni politiche, s’intende) del capomafia dell’ennese, Raffaele Bevilacqua, a promuovere un referendum contro un governo che gli si attaglia benissimo. E c’è da chiedersi come e perché le poche persone pulite rimaste nel Pad continuino a convivere con gente come Crisafulli le cui frequentazioni sono note da anni. Non è che in fondo l’idea di lasciare il partito e dunque di rinunciare a piccole nicchie di potere giustifica che ci si dimentichi della questione morale?

1 commento:

  1. Manca qualsiasi elemento di analisi politica; sono solo commenti istintivi, uterini, velenosi... Traspira un qualunquismo populista che condanna la Sicilia e l'Italia tutta a restare serva del sistema corrotto e mafioso che ben conosciamo. W la sinistra radicale e parolaia... W Cuffaro ed il cuffarismo... W Berlusconi e il berlusconismo

    RispondiElimina