venerdì 3 settembre 2010

Beppe Lumia e la pozione magica

Qualcuno deve avere fatto un sortilegio a Beppe Lumia. Che so, di quelle cose che ti preparano un filtro d’amore e tu lo bevi proprio nel momento in cui passa la persona sbagliata. Lui la sua pozione l’ha bevuta mentre passava Raffaele Lombardo e da quello stesso istante si è convinto di avere a che fare con il miglior moralizzatore e riformatore del mondo.
Tanto da scrivere una lettera ai giornali – in questo perfettamente fedele alla linea di un partito in cui ognuno si alza una mattina e pensa di dover diffondere il (proprio) verbo urbi et orbi - che devi leggerla fino in fondo per capire e, quando hai finito, la rileggi e poi la rileggi ancora due, tre volte e ancora non sei del tutto certo di non avere le traveggole.
Già perché lui comincia con una denuncia da oppositore e per un attimo pensi che sia rinsavito rispetto a qualche mese fa quando era riuscito a far perdere la faccia persino al suo partito (che in questo non ha affatto bisogno di “aiutini”): “Da sempre – scrive l’ex presidente dell’Antimafia - la Sicilia è stata ostaggio di una classe politica che ha fatto dell’intermediazione burocratico-clientelare e affaristico-mafiosa la principale attività per la costruzione del consenso”.
Cazzo – pensi -, bravo compagno Lumia, bentornato nel mondo! E invece no, perché poi, in un altro passaggio della lettera, scopri che al senatore si sono intrecciate le idee: “Nella sanità, nei rifiuti, nelle energie alternative la classe politica al governo ha costruito dei centri di spesa formidabili attraverso cui coltivare clientele e affari: dal conferimento di un incarico nella sanità, all’offerta di un posto di lavoro, al grande appalto da far vincere magari a qualche impresa mafiosa. Ne sa qualcosa l’ex presidente della regione Totò Cuffaro, condannato in secondo grado per favoreggiamento aggravato per aver agevolato la mafia”. Quindi, se tanto mi dà tanto, quest’analisi si ferma a Cuffaro e non riguarda Lombardo, perché Lumia anzi – dopo avere invocato ed evocato “la stagione delle riforme, fortemente sostenuta dal Partito democratico siciliano – sentenzia che “sulla condivisione e il sostegno alle riforme di rottura (come la ripubblicizzazione del servizio idrico, l’abolizione degli Ato rifiuti, la riforma della Sanità) si rinnoverà il sistema politico siciliano per dare spazio alla buona politica, liberare il voto e perseguire finalmente il bene della Sicilia e dei siciliani”.
E già qui qualche preoccupazione sulla lucidità di Lumia ci permettiamo di nutrirla: quella della ripubblicizzazione del servizio è una balla grande quanto una diga e lo hanno capito pure le fontanelle e, quanto alla riforma della Sanità, ora è così che si chiama il Risiko giocato da Lombardo che ha già piazzato i suoi carri armati persino in Kamchatka espugnando le truppe clientelari dei suoi predecessori ed ex alleati solo per sostituirle con le proprie schiere di clientes?
Ma è sul finale che il senatore antimafioso dà il meglio di sé, magnificando l’apporto dato dal suo partito alle presunte riforme lombardiane: “E’ questa l’antimafia vera: quella dei fatti e non degli slogan e delle manifestazioni, che colpisce Cosa nostra al cuore dei suoi interessi e della sua rete di potere”. Minchia! Tutto va bene nel migliore dei mondi possibili, per dirla con Candide.
Qualcuno gli somministri al più presto un antidoto, per piacere!

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