mercoledì 28 luglio 2010

Ladri di dignità

Questa lettera l'ho inviata al quotidiano La Sicilia, che l'ha subito pubblicata, lo scorso 5 giugno. Pensavo che qualcuno un po' di vergogna l'avrebbe provata. Povera illusa! Quanti ne abbiamo oggi? E' il 28 luglio: sono passati quasi due mesi. Pensate che qualcuno sia mai passato in tutto questo tempo a fare un po' di pulizia? Assolutamente no! Avrei voluto fare un po' di foto, ma forse è inutile: perché in foto puoi vedere tutto, le cicche, le cartacce, le panchine sfondate, le bottiglie rotte, persino il vomito, ma la puzza di piscio non si può immortalare.

Nelle nostre tuttora antiche famiglie siciliane, fin da bambini e a prescindere dallo status sociale, ci hanno insegnato che la casa va pulita tutti i giorni; oggi che abbiamo tutti meno tempo, per un giorno puoi non passare la lucidatrice, ma bagno e cucina, per esempio, devono far parte delle pulizie quotidiane. E poi, quando aspetti ospiti, ci si dà alle pulizie straordinarie, perché l’ospite nelle nostre case è sempre “di riguardo” e tutto deve risplendere per accoglierlo.
Ora a Catania gli ospiti, i turisti, sono arrivati ma non sembra siano graditi a giudicare da come gli facciamo trovare la nostra città. Faccio solo l’esempio della scalinata del largo Paisiello, non perché sia la sola ma perché è metafora di un’intera città: ci passo decine di volte al giorno e decine sono i turisti che vedo contorcersi il volto come se volessero risucchiare all’interno le narici e percorrere quelle scale a passo svelto in apnea per emergere più in fretta possibile da quella cloaca in cui la pipì ha ormai impregnato i pavimenti solcandoli di orribili strisce nere. Li guardo e mi vergogno io come una ladra al posto dei ladri veri. Non parlo di vicende giudiziarie, ché su di quelle avrebbe competenza la magistratura (se soltanto avesse voglia di non girarsi dall’altra parte come fanno tutti), ma di furto della dignità di questa città perpetrato quotidianamente dalla nostra amministrazione.
La destra non fa altro che riempirsi la bocca della parola “turismo”, quello che li tiene tutti a libro paga si è perfino inventato un ministero per trovare una collocazione a una venditrice di calze postribolari, pure il ministro della cosiddetta Istruzione si è messo a ragionare in termini turistici pur di giustificare i tagli alla scuola, ma quando c’è da fare il minimo indispensabile per accogliere gli ospiti – e cioè rendere le città pulite e vivibili – all’improvviso non se ne ricordano più.
Preferisco pensare che il sindaco Stancanelli e i suoi assessori non siano mai passati dal largo Paisiello (e forse in nessuna strada di Catania) e per questo non si rendono conto: altrimenti dovrei dedurne che quello è il loro ambiente naturale e perciò non avvertono alcun fastidio. E alcuna vergogna.

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