mercoledì 28 gennaio 2015

A letto presto


"E che ci faceva fuori a quell'ora?". Cominciavano ad emergere i dettagli della notizia: rapina a mano armata a un distributore di benzina a Catania, quattro uomini in auto, uno morto subito, un altro ferito gravemente, uno beccato, l'altro scappato. La macchina l'hanno trovata nel quartiere di Librino a Catania, il quartiere da dove il sabato pomeriggio "scendono" in centro orde di ragazzini che ci fanno paura perché li vediamo diversi e perché forse nessuno ha la capacità o la voglia di farli "uguali".
Uno dei quattro "uomini" armati della rapina era un ragazzino di 15 anni, forse uno di quelli con la sfumatura dei capelli altissima e lo sguardo truce, indurito, che il sabato pomeriggio vengono a portare scompiglio nelle "nostre" strade popolate da famigliole ipocritamente unite in giro per lo shopping e a sbatterci in faccia la loro realtà, fatta di soprusi ricevuti e ricambiati.
Il dettaglio: la rapina è stata commessa ieri sera, martedì, alle 23. E che ci faceva fuori a quell'ora un ragazzino di quindici anni che l'indomani deve andare a scuola? Forse anche questa è violenza nei loro confronti, il ragionare secondo i nostri parametri: per noi un ragazzo di 15 anni il mercoledì dovrebbe andare a scuola e dunque la sera prima non dovrebbe fare tardi. Al limite il sabato, ma accompagnato e ripreso. Per noi che li abbiamo accompagnati e ripresi, che non gli abbiamo comprato il motorino, che abbiamo cercato di proteggerli dalle "cattive compagnie", un ragazzino di 15 anni è poco più di un bambino, va a scuola, frequenta i coetanei, fra poco avrà una ragazzina o forse ce l'ha già. Mattoni per costruirsi il futuro.
In quell'altro mondo a pochi chilometri da noi il ragazzino di 15 anni forse a scuola non ci va più da un pezzo e nessuno se ne cura, frequenta le cattive compagnie, ha amici molto più grandi di lui e a quanto pare questa non era la prima volta. Forse è già stato arruolato in quell'esercito per disperati disposti a tutto per un giubbotto di pelle o un macchinone. Perché gli hanno fatto credere che è questa la ricchezza.
Poco fa una radio ha detto che è morto pure lui in ospedale, colpito alla testa e operato inutilmente: notizia non confermata, ma fa poca differenza. Lui era già morto comunque: ammazzato da chi non dà un futuro ai ragazzi siciliani, da chi parla di lotta alla mafia ma non fa niente contro la disoccupazione e per costringere con ogni mezzo un ragazzino di 15 ad andare a scuola e i suoi genitori a mandarcelo. E a farlo andare a letto presto: perché domani devi farti interrogare, ma devi anche aspettare la ricreazione per giocare con i tuoi coetanei e magari fare pure gli occhi dolci a quella ragazzina che sta in un'altra classe e che ti piace tanto.

Nessun commento:

Posta un commento