venerdì 7 novembre 2014

In fila per due


A Milano c'è uno che si è inventato un lavoro dal nulla. Talmente bravo - stando, almeno, a quanto ci racconta dal suo sito - da riuscire a firmare una convenzione con la Camera di Commercio e da depositare al Ministero il primo contratto collettivo di lavoro della categoria.
Il suo è un lavoro che nessuno vuole più fare. Anzi, un lavoro che nessuno ha mai voluto fare. Perché - diciamocelo - è una gran rottura di coglioni.
Il tipo è un ultracinquantenne campano iperqualificato al quale, dopo essere stato licenziato, sarebbe toccata la stessa fine di tanti ultracinquantenni iperqualificati: la disoccupazione a vita. Sicché si è inventato questo lavoro: il codista. Cioè fa la coda alle poste, all'ufficio delle entrate, dal medico, ovunque ci sia da fare una fila, al posto degli altri. E ora lo insegna pure con corsi di formazione in giro per l'Italia, al termine dei quali si diventa "codisti certificati" che lui si occupa personalmente di selezionare e inviare alle aziende che ne fanno richiesta.
La prestazione del codista - minimo due ore - si paga 10 euro l'ora Iva esclusa. Non è chiaro dove si timbra il cartellino e come si fa a dimostrare di avere impiegato tre ore e non, per un'iperbolica botta di culo, dieci minuti.
Né si evince se i corsi di formazione prevedono anche imprecazioni e bestemmie o stratagemmi per saltare la fila o se è previsto il diritto di sciopero per condizioni di lavoro disagiate: tipo file troppo lunghe, per esempio.
Quello che invece è chiaro è che anche lui, come ormai la stragrande maggioranza degli italiani con titolo di studio superiore, scrive po' con l'accento. E io - guarda un po' -, pur riconoscendo il giusto merito all'inventiva campana, questo laureato in Scienze della Comunicazione lo rimanderei in fila: in fila per due davanti a un'aula di prima elementare.
O gli direi, come Salvo Ficarra a Valentino Picone nella Repubblica fondata sulla disoccupazione: "Tu laureato in Scienze della Comunicazione? Ma se ti capisco solo io!"
E poi, scusa, come fai ad avere cinquant'anni ed essere laureato in Scienze della Comunicazione? Lunga la fila, eh?

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