Ci ho messo anni, ma alla fine l'ho capito perché
gli editori rifiutano i lavori inediti senza nemmeno averli letti. Il più delle
volte, anzi, manco ti rispondono; le poche volte in cui lo fanno, ti liquidano
con un must della presa per il culo: "Il suo lavoro non rientra nei nostri
piani editoriali".
Poi ci sono
anche quelli che ti rispondono, perché "abbiamo apprezzato molto la sua
Opera" (maiuscolo, così per un attimo ti convinci di avere scritto La
Divina commedia) e ti fanno una "proposta editoriale": sarebbe che tu
gli dai una vagonata di soldi che ti ci potresti comprare un'intera libreria e
loro pubblicano il tuo libro anche se è una cagata pazzesca. Ma questa è
un'altra storia. O, se preferite, l'altro lato di una medaglia di latta.
Dunque, quelli
che rifiutano il tuo lavoro senza leggerlo non lo fanno perché non sei
raccomandata dalle suore, perché non sei un calciatore, perché non sei un
ospite fisso di una trasmissione tv, perché non sei una velina, perché non sei
una ninfomane che racconta le sue scopate con mezzo mondo titillando le
frustrazioni erotiche dell'altro mezzo, perché non hai ammazzato tutta la tua
famiglia.... No, loro lo fanno per grande altruismo, lo fanno per te. Per
essere precisi, lo fanno per far esplodere la tua autostima fino a quel momento
repressa.
Sì, perché è quando
ti arriva la famosa lettera aperta con mani tremanti, è quando scopri di non
rientrare nei loro piani editoriali, è in quel preciso momento che cominci a
smanettare su Internet. Cerchi "case editrici" e inconsapevolmente ti
ritrovi a soffermarti su tutti i link che cominciano per "anche".
Dove "anche" sta per Primo Levi, Beppe Fenoglio, Giuseppe Tomasi di
Lampedusa. Clicchi su "anche" e trovi Carlo Emilio Gadda, un altro
"anche" e ti spunta Alberto Moravia, prosegui bulimicamente nel clic
compulsivo e da ogni "anche" scaturisce un Andrea Camilleri, un
Herman Melville, un Gabriel Garcia Marquez: anche i loro libri sono stati
rifiutati dalle case editrici. E' il
circolo letterario degli sfigati.
Ma a questo
punto non c'è più alcun dubbio: gli editori lo fanno per te, perché è solo
grazie al loro rifiuto che prenderai coscienza di te. E, grazie a loro, cominci
a ripeterti: anche io sono un genio incompreso, anch'io sarò scoperto e
pubblicato da un grande editore, anche i miei libri avranno un successo
mondiale. Ma anche no.
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