venerdì 11 aprile 2014

Anche

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Ci ho messo anni, ma alla fine l'ho capito perché gli editori rifiutano i lavori inediti senza nemmeno averli letti. Il più delle volte, anzi, manco ti rispondono; le poche volte in cui lo fanno, ti liquidano con un must della presa per il culo: "Il suo lavoro non rientra nei nostri piani editoriali".
Poi ci sono anche quelli che ti rispondono, perché "abbiamo apprezzato molto la sua Opera" (maiuscolo, così per un attimo ti convinci di avere scritto La Divina commedia) e ti fanno una "proposta editoriale": sarebbe che tu gli dai una vagonata di soldi che ti ci potresti comprare un'intera libreria e loro pubblicano il tuo libro anche se è una cagata pazzesca. Ma questa è un'altra storia. O, se preferite, l'altro lato di una medaglia di latta.
Dunque, quelli che rifiutano il tuo lavoro senza leggerlo non lo fanno perché non sei raccomandata dalle suore, perché non sei un calciatore, perché non sei un ospite fisso di una trasmissione tv, perché non sei una velina, perché non sei una ninfomane che racconta le sue scopate con mezzo mondo titillando le frustrazioni erotiche dell'altro mezzo, perché non hai ammazzato tutta la tua famiglia.... No, loro lo fanno per grande altruismo, lo fanno per te. Per essere precisi, lo fanno per far esplodere la tua autostima fino a quel momento repressa.
Sì, perché è quando ti arriva la famosa lettera aperta con mani tremanti, è quando scopri di non rientrare nei loro piani editoriali, è in quel preciso momento che cominci a smanettare su Internet. Cerchi "case editrici" e inconsapevolmente ti ritrovi a soffermarti su tutti i link che cominciano per "anche". Dove "anche" sta per Primo Levi, Beppe Fenoglio, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Clicchi su "anche" e trovi Carlo Emilio Gadda, un altro "anche" e ti spunta Alberto Moravia, prosegui bulimicamente nel clic compulsivo e da ogni "anche" scaturisce un Andrea Camilleri, un Herman Melville, un Gabriel Garcia Marquez: anche i loro libri sono stati rifiutati dalle case editrici. E' il circolo letterario degli sfigati.
Ma a questo punto non c'è più alcun dubbio: gli editori lo fanno per te, perché è solo grazie al loro rifiuto che prenderai coscienza di te. E, grazie a loro, cominci a ripeterti: anche io sono un genio incompreso, anch'io sarò scoperto e pubblicato da un grande editore, anche i miei libri avranno un successo mondiale. Ma anche no.

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