sabato 2 novembre 2013

Intervento umanitario


Molti anni fa conoscevo un tizio che lavorava all'ufficio Anagrafe del comune.
Un giorno mi vide in fila, in attesa di richiedere un certificato, e - lungi dall'apprezzare o dal trarne un qualunque minimo insegnamento - si offese a morte perché non mi ero rivolta a lui. Uomo piccolissimo, leso nel suo piccolissimo potere di gestire un piccolissimo potere. Offeso perché - così mi disse - evidentemente non lo consideravo un "amico". Dove amico è sinonimo di "uno che ti fa i favori" scavalcando tutti gli altri - qualcuno vecchio, qualcuno handicappato, qualcuna troppo incinta, qualcuno troppo grasso per stare in piedi a lungo - che avrebbero diritto allo stesso "favore", ma un amico così non ce l'hanno.
Amico come la Annamaria, quella che mangia sempre le caramelle, la ministra dell'ingiustizia: quella che al telefono con la sua amica ripeteva "non è giusto" perché avevano arrestato in blocco tutta la famiglia Ligresti, aggiungendo "qualsiasi cosa io possa fare conta su di me". Così come evidentemente per quel tizio, peraltro non richiesto, non era giusto che io facessi la fila, ma tutti gli altri sì. E infatti, come un Berlusconi qualunque, l'amica Annamaria - piccolissima donna che gestisce un grande potere - ha preso il telefono e (sembra, pare, ma io non ci credo, direbbe Crozza) e ha fatto scarcerare la piccolina che faceva i capricci e non mangiava perché a quanto pare il regime carcerario non era in sintonia con il tenore di vita a cui era abituata. Se ne deduce che se tu normalmente fai una vita di merda, siccome quella che fai in carcere è uguale a quella che facevi fuori, anche se stai morendo puoi restare a marcire lì dentro.
Ha detto che il suo è stato un "intervento umanitario", assicurando di averlo fatto per molti altri. Quindi, immagino (si attendono testimonianze), per migranti "colpevoli" di essere scappati da guerre e fame, tossicodipendenti, qualche disoccupato costretto a rubare il latte e i pannolini per i suoi figli. Intervento umanitario, sì, come quelli che fanno gli Stati Uniti e i paesi loro sudditi: si chiamano guerre. E, in questo caso, guerra dei ricchi contro i poveri.

Nessun commento:

Posta un commento