sabato 10 novembre 2012

Lettera per la ministra alle zucchine

Leziosa ministra alle zucchine, vorrei cogliere l'occasione fornitami dal suo côté bucolico, che certamente è sintomo di grande sensibilità (delle zucchine, che infatti appena la vedono arrivare scappano come le incrostazioni del cesso alla vista dell'acido muriatico), per intrattenerla sugli ultracinquantenni choosy. Mi perdoni l'attacco in linguaggio antico (parentesi fra parentesi), ma ieri sera mi sono imbattuta in una pessima imitazione di retorica dannunziana e ho pensato che fosse il registro linguistico adatto a una fascista come lei. Torno nei miei panni: mi ci trovo meglio. La sua attività agricola, è chiaro, deve impegnarla molto - produrre cetrioli per milioni di sudditi non è uno scherzo che si fa in un paio d'ore andando a respirare oltre il giardino - e magari il tempo di leggere i giornali non ce l'ha, perciò ho pensato di darle una mano facendole il quadro della situazione. Dei giovani abbiamo già detto: sono monotoni, schizzinosi, capricciosi, fannulloni, svogliati e tutti quei termini che solo una professoressa da seconda media come lei (e i suoi colleghi) è capace di produrre. Ci manca solo che dica che "potrebbe fare di più, ma non s'impegna", con la variante "è intelligente, ma potrebbe fare di più", ed è perfetto. Ora dunque le parlo dei Cinquanta&più: quelli che hanno perduto il lavoro e che prima o poi finiscono sul giornale con la tanica di benzina e l'accendino in mano. Perché prima le hanno provate tutte. Ne conosco una quantità impressionante. Alcuni hanno dei curricula lunghi come autostrade che potrebbero andar bene per essere assunti dalla multinazionale Grillo&Casaleggio. Quasi tutti mentre erano all'università hanno fatto lavoretti - dal cameriere alla baby-sitter -, chi per non pesare sul bilancio familiare, quelli più fortunati per rivendicare la propria indipendenza, ma comunque consapevoli di dovercela fare da soli. Hanno fatto anni di gavetta e pelatura di patate, ma sono arrivati, hanno fatto carriera, "stimati professionisti", gente che si fa un culo così e non gli pesa perché ama il suo lavoro. Poi un giorno ti licenziano e non hai nemmeno la possibilità di andare in pensione, a causa del combinato disposto della stronzaggine del padrone - che ti ha assunto dopo averti sfruttato per anni senza contratto licenziandoti prima di maturare un minimo pensionabile - e del governo delle zucchine e dei cetrioli che innalza l'età pensionabile al giorno della morte, così la spending review avviene per cause naturali. E siccome, proprio come i giovani, è schizzinoso, lavativo e naturalmente "ciùùùùùùùsi", come dite voi nei salotti con le vostre bocche a culo di gallina mentre prendete il te delle cinque, dopo avere cercato un lavoro analogo al precedente - giusto per non gettare nel cesso anni di studio, letture, aggiornamenti e arricchimenti professionali - il Cinquanta&più comincia a scendere via via nella "scala sociale" dei lavori, perché l'aveva fatto da ragazzo e non se lo pone il problema di sporcarsi le mani con altro. Ma non trova niente comunque e gli va in pappa il cervello anche se era uno che prima aiutava gli altri a fare funzionare il loro di cervello. Faccia una cosa, signora minestrina alle zucchine, mentre va in fondo all'orto che le procura gioia e soddisfazione anche se non riesce a far crescere niente, come lei stessa ha ammesso, faccia finta che ci sono in giro dei giornalisti, attivi il cervello e ci pensi a questi professionisti che non sono meno competenti di lei ma non possono avere né la gioia né la soddisfazione di trovare un lavoro nemmeno per zappare la terra. Magari le sgorgano altre due lacrimucce con le quali innaffiare gli ortaggi e lavarsi la coscienza.

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