venerdì 14 settembre 2012
Procacciatori d'affari
Ieri, appena uscita la notizia della studentessa sedicenne dell'Istituto alberghiero di Palermo indotta a prostituirsi da due compagni e che fra i clienti aveva quattro insegnanti, il preside della scuola è andato su tutte le furie.
Giusto, direte voi. No, perché il preside ha preso la mira e ha sparato, ma ha sbagliato obiettivo. Isterico, almeno a giudicare da quello che riportano le agenzie, si è lanciato in una difesa d'ufficio della sua scuola (che peraltro guida soltanto da due anni, mentre i fatti in questione risalgono a sei anni fa) e il problema principale, a quanto sembra, non è tanto quello che è successo ma il fatto che la notizia sia venuta fuori.
"Il fatto è - ha tuonato Rosolino Aricò - che la scuola è stata gravemente danneggiata senza alcun motivo, per fatti che sono successi fuori" e poi ha aggiunto che nessuno ne sapeva nulla: "Ho chiesto a molti insegnanti se fossero a conoscenza della vicenda, ma non ho avuto riscontro". E ha concluso: "Se qualcosa è successo, è accaduto fuori e chi ha sbagliato pagherà. Spero però che l'immagine dell'istituto non venga distrutta da questo episodio increscioso".
Preside, ma si rende conto di quello che sta dicendo? Una ragazzina indotta/costretta a prostituirsi lei la liquida come "episodio increscioso"? E, soprattutto, il suo problema è l'immagine del suo istituto? Ha forse paura che il suo istituto, figlio di una Scuola puttana finalizzata solo al profitto, perda clienti come una prostituta che non dà soddisfazioni?
Lei, signor preside, non se ne può uscire con fatti accaduti fuori e magari prendersela con i giornalisti che hanno dato la notizia (e le assicuro che il mio non è gratuito patrocinio della casta: fosse per me, ne rimanderei il 90% in prima elementare a fare le aste). Se lei guidasse la sua scuola come un buon padre di famiglia, avrebbe dovuto mettersi pancia a terra a scovarli e poi prenderli personalmente a calci in culo i quattro porci che hanno violentato una ragazzina e gli altri che probabilmente li coprono.
Ma, appunto, uno dei problemi della scuola italiana è l'aver ridotto i presidi a procacciatori d'affari. Gli hanno fatto credere di essere "manager" e invece sono schiavi.
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