giovedì 17 ottobre 2013

Il femminicidio è una minchiata


Oggi ho avuto uno scontro verbale molto sgradevole con un mio collega. Sgradevole anche perché da un intellettuale, per quanto non progressista, non ti aspetteresti che non abbia assimilato e fatto proprie alcune tematiche.
Ha cominciato con il più cretino dei luoghi comuni maschilisti - "donna al volante..." - e sono stata al gioco, e ha continuato cercando di sostenere che stavo per mettere sotto (con la bicicletta!) uno con lo scooter che mi stava superando a destra. Non avevo ancora capito dove volesse andare a parare e ho continuato a scherzare. Quindi si è disvelato: ma dove sarebbero tutti questi uomini che ti fischiano per strada? Voleva farmi pagare l'aver denunciato, qualche giorno fa durante un congresso, come la mentalità dei maschi nella mia città (e forse anche nelle altre) sia rimasta ai tempi di Brancati e come sia ancora difficile per le donne persino andare al supermercato a fare la spesa senza incontrare il cretino di turno che fa apprezzamenti pesanti.
Ho provato a portare la discussione su un piano un po' più serio, facendogli l'esempio del posto - per me soltanto una panchina di fronte al mare e letteralmente alla luce del sole - dove vado a leggere un libro tutte le volte che posso e che, evidentemente, per un certo tipo di maschi, è luogo deputato all'attracco. Risposta: e tu perché vai proprio lì? Insomma, me la vado a cercare. Come, per certi uomini, se la va a cercare una ragazza violentata perché "indossava una minigonna". Gli ho fatto un elenco di posti en plein air dove una donna (per quanto corra precipitosamente verso la vecchiaia e non abbia mai avuto né la postura, né le dimensioni, né "le physique du rôle" della vamp) possa recarsi in santa pace, e ha cominciato a urlare: "Sei malata, sei malata!" Che, nella mente malata di un maschilista, vuol dire malata di mente. Una mitomane insomma. Una mitomane come tutte quelle donne che hanno denunciato violenze e non sono state credute nemmeno dopo essere state assassinate.
Non contento, contestando i dati sul numero di donne uccise dai loro uomini, se n'è andato ringhiando: "Il femminicidio è una minchiata!"
No, non gli augurerò che accada a una delle sue donne di casa o a una sua amica: non glielo augurerò perché a pagare sarebbe ancora una volta una donna e non glielo augurerò perché sono certa che, pur nel dolore per avere perduto una persona cara, continuerebbe a pensare che in fondo se l'è cercata.
Ma difficilmente riuscirò a superare la tristezza, lo smarrimento e il senso di fallimento che questa conversazione mi ha procurato.

2 commenti:

  1. terribile..ancor di piu' che questo tristissimo, vergognoso, inaccettabile conversazione sia stata fatta da cio' che comunque chiami..uomo , giusto?? non quei miserabili, incivili trogloditi da cui appunto ti aspetti violenza, sopraffazione o altro, ma da un uomo..cioe' colui che ha tutte le possibilita', che ha avuto attraverso la sua crescita i suoi contatti..insomma la sua maturita' l'opportunita di rimettersi in discussione come uomo, giusto?? no perche' se e' cosi patrizia dobbiamo tremare , tutte e ovunque...dobbiamo tremare davanti agli uomini , alle bestie, agli ignoranti, noi non abbiamo piu' interlocutore maschili con cui crescere, confrontarci. amare, ....questo individuo..se rappresenta l'evoluto, l'intellettuale, il progredito, mi minaccia, mi spaventa..ma cosa ancora piu' devastante mi accusa di essere una DONNA-

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  2. Infatti, Sabina: è tutto il giorno che mi viene da piangere.

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