lunedì 15 agosto 2016

Complicazioni

Io non lo so se è brava Carla Raineri, la capa di gabinetto della sindaca di Roma: non è mestiere mio e dunque non posso giudicare e non mi permetto. Anzi, penso comunque che se una fa la magistrata si dev'essere fatto il mazzo a studiare e probabilmente continua a farlo ogni giorno, studiare e aggiornarsi. Anche se sembra che si sia presi pure meriti che non le spettavano e questo non le fa onore, affermando che ci rimette (e, anzi, la iscrive d'ufficio nel club del "così fan tutti" autorizzando sospetti sulla linearità della sua carriera). Detto ciò, siccome - di sicuro indegnamente - le parole invece sono mestiere mio, una cosa su una parola gliela voglio dire: mi creda, Raineri, la sua vita non è complicata. Se oggi che dicono sia festa lei può andare fuori (prendere macchina, mettere benzina, se invitati comprare dolci o regalo da portare, oppure ordinare pesce al ristorante, e poi il vino di quello buono, e poi tutto quello che ci sta prima, dopo, durante, sopra, di lato), vuol dire che la sua vita non è complicata. Forse lo è stata, quando come tutti ha fatto la gavetta, ma non lo è più. Se lei ha un appartamento in città, uno in campagna e uno al mare, come è presumibile che sia, la sua vita non è complicata. Se lei può permettersi di viaggiare per andare al lavoro senza preoccuparsi del rosso fisso che la guarda minaccioso dal cruscotto della sua auto, la sua vita non è complicata. Chieda a uno che il lavoro non ce l'ha. Provi a invitarlo a prendere una pizza. Le risponderà che è complicato. Provi a invitarlo al cinema. Le risponderà che è complicato. Provi a invitarlo a cena a casa sua. Le risponderà che è complicato. O ancora: gli consigli, per esempio per quel mal di testa che si porta dietro da anni, di rivolgersi a uno specialista o per quella stanchezza atavica di prendersi una vacanza e magari gli indichi quel bell'alberghetto in riva al mare dove - secondo i suoi parametri - si spende pochissimo. Si inventerà mille complicazioni per non venire, perché si vergogna a dire che non ce li ha i soldi per la pizza o per il cinema o per portare una bottiglia di vino o un mazzo di fiori per sdebitarsi del suo invito o per farsi due giorni di riposo persino nella più puzzolente delle locande e nemmeno per curarsi. Questo è complicato: vivere se non hai un lavoro. E c'è una cosa forse ancora più complicata: vivere se non hai un lavoro, anche se sei qualificato, perché c'è uno che guadagna quanto potrebbero guadagnare in sei. E lei nemmeno se l'immagina quanto sia complicato non farsi girare i coglioni.

Nessun commento:

Posta un commento