domenica 9 dicembre 2012
Una tanica piena di querele
La mafia - nel senso più lato del termine, quello dell'arroganza - non spara più (almeno, in alcuni casi). Ha inaugurato una nuova moda: querela o licenzia. Oppure querela e licenzia, se il mafioso è anche il padrone. Praticamente funziona come con le estorsioni: ti mettono una tanica piena di querele davanti alla saracinesca della tua vita e la lasciano lì; poi aspettano qualche giorno e se non ti pieghi arriva anche il fiammifero che incendia il tuo contratto di lavoro. E se il mafioso coincide con il padrone, può darsi che al posto della querela o fra la querela e il licenziamento ci metta il mobbing.
E' un modo come un altro per uccidere: magari - siccome sei una persona per bene - tutto quello che hai è il tuo stipendio o, al massimo, la casa dove abiti. Loro ti chiedono una cifra che ne vale il doppio: serve a toglierti il sonno, a farti "ragionare", a renderti malleabile, a estorcere la tua sudditanza.
Alcuni di noi sono stati querelati o mobbizzati o licenziati da un paramafioso o dai suoi sgherri che avrebbe voluto impedirci di pensare; ad Antonio Ingroia è toccato - come dire? - un trattamento di lusso con tiro incrociato. Prima il suo datore di lavoro (e ritorna in mente la cantilena a un tempo sarcastica - nel più etimologico dei significati - e struggente di Rosaria Schifani: lo Stato, lo Stato...), attraverso alcuni dei suoi uomini, lo ha mobbizzato e costretto ad andarsene; poi sono arrivati quelli col cerino e gli hanno fatto la "querela collettiva", offesi perché lui aveva detto quello che emerge in maniera inequivocabile dalle indagini giudiziarie. Come se io decidessi di querelare qualcuno che, incontrandomi d'estate (quando si moltiplicano a dismisura), mi dice che ho la faccia piena di lentiggini.
Ma c'è una differenza: quelli di noi che sono stati querelati, licenziati, mobbizzati, spesso hanno vissuto questa condizione in solitudine e in silenzio, perché prima ci avevano privati del benché minimo potere contrattuale. Antonio Ingroia ce l'ha il potere contrattuale perché è ed ha tutti noi: loro gli hanno fatto una querela collettiva e noi abbiamo risposto con migliaia di firme a suo sostegno, migliaia di nomi e cognomi, migliaia di facce. Perché noi, a differenza degli sgherri, ci mettiamo la faccia quando facciamo le cose.
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